Farfalle e Uragani

Ci sono dei giorni che maledico tutto, anche il solo fatto di dover stare qui a riempirmi i polmoni d’aria controvoglia.
Ci sono dei giorni che vorrei non esistere e ci sono dei giorni dove mi chiedo troppi perchè sapendo (col senno di poi) che hanno la stessa risposta.

Poi capita che ci ritroviamo, sperdute in quelle strade del tuo iperuranio. Dopo una tempesta facciamo capolino da un cespuglio. Siamo sempre le stesse, ma di forme diverse. Le tempeste non ci cambiano, ci fanno essere più forti.
Giro la testa e ti guardo.
Mi stringi la vita con un braccio e sorridendo chiudi gli occhi.
Ti tengo la mano e il tuo respiro regolare è come il mio.
Ti addormenti sorridendo, tu che non dormi mai. E come una margherita sulla quale si posa una farfalla rimango immobile. Ignoro i crampi, tendo leggermente i muscoli, attenta a non svegliarti.
Ti sento ridere, mentre emozionata e agitata mi perdo in un bicchier d’acqua o in un pessimo caffè.

Quando sono con te il tempo vola e di mille progetti non ne portiamo a termine uno. Ma abbiamo tutta la vita per fare e disfare, un mattone dopo l’altro proprio come i muri del tuo papà. Abbiamo tutta la vita e forse anche di più, noi che siamo un otto rovesciato.

Indossiamo un grembiule dalla mattina alla notte, pensando a domani e a come sarà. Ridiamo di tutto e di niente come se fosse impossibile smettere. Strisce complementari della stessa calza, fulmini liberi che spaccano il suolo e fanno accendere luci addormentate da tempo.

E se ti tengo la mano mi sento una margherita, di quelle che sorridono al sole accoccolate fra i fili d’erba.

Ti sento ridere e ti vedo, splendida farfalla dalle ali fragili.

 

Sei una farfalla. Siamo un uragano.