ragnatele

Ci sono certe cose che riescono ancora a farmi un po’ di male.
Non come prima, in maniera più sottile e ovattata di buoni principi,
però io il male un po’ lo sento ancora a tratti.
Ne ho capito il funzionamento,
ho tracciato la linea e ci sto diligentemente dietro.
Ho capito qual è il mio posto in guerra,
cosa posso fare e cosa no.

Poi ci sono delle volte che apro tutte le porte e in casa c’è corrente.
Silenzio e corrente.
Cammino per il corridoio guardandomi intorno e guardando le ombre rincorrere i triangoli di luce.
Leggo nei muri tutte quelle parole che non dico perché semplicemente non vanno dette.
Mi escono dagli occhi come lacrimassi schegge di vetro.
Raccolgo la polvere che svolazza all’ingresso.

Il caffè cola sul piano cottura.
Una moka intera, appena fatta.
La guardo, sconfitta, colorare l’acciaio.

Parlare è come camminare dentro una ragnatela.
Appiccica.
Non riesci a uscirne.
Come una ragnatela di ossa e incubi, di riflessi che credi siano sempre gli stessi quando sai benissimo che non lo sono.
Arrivare fin laggiù, al centro esatto dell’inferno.
Stringere piano fra le braccia qualcosa o qualcuno che sembra essere fatto di vetro sottile.
Stringere senza stringere, per la paura di romperlo.

Quando forse è qualcosa che va rotto. Qualcosa che va sfondato, come le ragnatele.

ragnatela

8 pensieri su “ragnatele

  1. la ragnatela nasce di per sè per ‘attirare’ qualcuno con l’inganno, con lo scopo di intrappolarlo senza che se ne renda conto. essendo invisibile se non da un particolare punto di vista, la mosca non pensa minimamente che ci finirà davvero dentro e non riuscirà più a muoversi da quell’appicicaticcio. è una roba brutta. ma qualche mosca so che si riesce a salvare. quindi. forza.

  2. La ragnatela è appiccicosa, infima, ma è anche sottile e fragile. Basta avere la forza di dibattersi un po’ più forte per liberarsi. E tu ce l’hai, eccome… ti abbraccio! ❤

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