where the mind.

IL primo ricordo che ho è uno scambio di tweet.
Ne venne prodotto il disegno di due fegati che giocano a calcio e uno di una “hola” di succhi gastrici.
Ombretta è un nome che mi ha sempre destato curiosità, un nome che ha sempre avuto uno di quei suoni “importanti” che magari un Eleonora o Sara non hanno per maggior uso comune.
Prima di vederla me la immaginavo adulta, altissima e con le spalle larghe.

Poi una sera l’ho vista in video, nella finale di un concorso di fumetti dove ho fatto votare anche mia madre, e sono rimasta sconvolta.
21 anni, una bambina minuta ed eterea (nonpicchiarmiombrellina).
Il nome Ombretta adesso mi fa pensare ad un’ombra piccola. Ma non piccola nel senso di insignificante eh, piccola nel senso di innocenza, quella che si ha da bambini.

Non posso parlare in dieci righe di Ombrella [come siamo arrivati da Ombretta a Ombrella lo tralasciamo che questa è un’altra storia, okay? bene.] perché quando ho visto i suoi disegni per la prima volta, per la precisione credo fossero i Racconti intorno al fuoco di due anni fa, sono rimasta sconcertata.
Per l’insieme di linee a tracciare inquietudine, a volte stemperata dai colori tenui degli acquerelli.
Ho conosciuto Ombrella a Torino, in occasione della presentazione del libro senza libro di iaia.
Pensavo di esserle antipatica perché non mi aveva risposto alla mail (ma io penso sempre di stare antipatica a qualcuno, è che proprio è una deformazione professionale ormai per me) finché non mi ha disegnato l’Ombromino nel Bicerin.
Ricordo la lunga ora nella hall dell’albergo, mentre lei scarabocchiava e io mi lamentavo del fatto che “Gelato al cioccolato” ci avrebbe mandate al manicomio molto prima del previsto se non avesse smesso in pochi minuti.
Le ho chiesto come nascevano gli Ombromini, mentre buttavamo giù liquori fatti in casa dall’effetto allucinogeno [per iaia: era succo di frutta. noi siamo astemie.]. O forse l’effetto allucinogeno me lo ha fatto lei con la sua storia, con la storia delle sue visioni.

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Ho avuto il tempo e la fortuna di osservarla, ma soprattutto di ascoltarla.
Ho avuto il tempo e la fortuna di assorbirne dettagli, di approfondirli.

Ci pensavo poco fa a quanto è bello poter discutere di come nascono le Sirene per arrivare a cercare delle spiegazioni molto più ampie.
Forse inutili, forse illuminanti.

Di Ombrella amo la leggerezza che trasmette quando si muove e quel senso di pacatezza che riesce a diffondere in una stanza intera. E i pensieri che affiorano poco, più pesanti e ancorati al corpo.
E’ teneramente inconsapevole delle proprie capacità e per questo va presa e innalzata in modo che tutti capiscano cosa può fare.

Ci sono tanti di quegli Ombromini in giro,
aprite gli occhi gente.

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28 pensieri su “where the mind.

  1. oddio ma ora mi rannicchio in fondo alla pagina e rimango in silenzio a dondolare afferrandomi le ginocchia.
    è che più qualcuno mi vede, nell’unico senso importante del termine, mi cerca e mi riconosce, io capisco che non ci capisco proprio un cazzo. e non mi vedo affatto.
    ho sempre cercato i ponti perché da sola non vengo a capo di nulla. mi servono le domande e la curiosità perché da sola finisco sempre per ripetermi “non è abbastanza”. e mi muoiono tutti i pensieri lì.

    e. è una vendetta per la stella funambola?

    <3. grazie. cazzo.

    (scrivo benissssimo.)

    • a chi amo dico sempre e solo una cosa “vorrei poter far scambio di occhi per un paio d’ore una volta nella vita così potresti, anzi potremmo, capire cosa siamo davvero”.
      noi non ci vediamo, da soli. O meglio è sempre una visuale distorta.
      i ponti servono, i ponti salvano, i ponti uniscono.

      è un po’ una vendetta per la stella funambola (: ma diciamo che è più un arrivare al punto di doverne scrivere, dopo aver assorbito un bel po’.

      • dopo vlog proviamo. ci caviamo gli occhi e ce li scambiamo per un po’.
        a volte mi sembra l’unica cosa che potrebbe far cambiare qualcosa in questo cazzo di cervello. e non riesco a capire come possa essere impossibile. (occhi cavati e scambiati. è un ragionamento così razionale.)

        inspiiiiro (non è vero non lo sto facendo *_* )

        • è molto razionale. molto. davvero.
          sei la zia di un unicorno di cui io sono madre e.
          e perché parliamo di razionalità noi? °_° io non so manco cosa vuol dire.
          dettoquesto.
          dovremmmmo provare se non fosse che mi da un po’ ansia il passaggio in cui ci si strappa gli occhi emh.

          • a me preoccupa la recisione del nervo ottico. insomma, per strappare ci vuole decisione e una certa violenza. magari con le forbici è meno cruento (sto scegliendo che incubo fare stanotte forse)

            raaaaaaaalphhphphphphphp bello de zia. non te preoccupà, sei in ottime mani.

            °_°

          • porello secondo me ha chiamato i servizi sociali.
            è a casa da solo con la ziabiondacattiva da una settimana.
            sono una madre ORRENDA.
            no okay io adesso guardo american magari imparo qualche tecnica per recidere.
            sto per svenire, la finiamo? si.
            XD

    • guarda che qua quella più fortunata sono io, Fiocco (ho deciso che ti chiamerò Fiocco d’ora in poi, sei contenta? oppure popcorn *_* cosa preferisci? i fiocchi di neve mi ricordano i popcorn, embè? cosastodicendo? sto divagando. ma va bè)

      abbiamo delle nuove parole da disegnare quando torno perché "ecco" va fatto. ci riflettevo. va fatto.

      ama ❤


    • popcorn è un soprannome carino e batuffoloso
      la smetto.

      voglio mangiare le olive ascolane tofuizzate con te (non ti preoccupare, non è vero. è che sono un momentino fuori di me. mò mi passa.)

      abbracciamoci per un minimo di ventiquattr'ore e andrà tutto bene.

  2. L’ha ribloggato su Faul sein ist Wunderschöne ha commentato:
    Lo appunto qui perché mi devo ricordare. almeno di non guardarmi allo specchio ma chiederlo direttamente a qualcun altro come appaio. a qualcuno che ci vede.
    Che poi mi fisso sempre su dei particolari. e non sono fissata sui tuoi occhi perché sono grandi e azzurri, bionda. sarebbe veramente troppo poco. ai colori, ai tratti, alle forme ben fatte bisogna dargli un’anima. sennò hanno la stessa utilità di un bel soprammobile.
    E diventerò insopportabile a forza di ripetere. niente. perché sono ridotta ad un silenzio senza solitudine. ed è così tranquillizzante.
    (e grazie poi. che ancora ogni tanto mi pigliano le crisi d’identità e non capisco come mi ci ritrovo qui e adesso. circondata da individui ai limite dell’incredibile.)

  3. Accidenti come siete belle!
    Adoro i disegni di kuroko e immaginavo fosse speciale (anche perché mi fido dell’amico Max) ma tu hai descritto così bene questa giovane donna che ora mi sembra di conoscerla.

  4. “Non posso parlare in dieci righe di Ombrella”
    E no che non puoi! oppure lo puoi fare se hai dieci lingue che si muovono contemporaneamente. Ora che ci penso, chissà perché siamo dotati di una sola lingua? e a pensarci bene, non esistono specie al mondo dotate di lingue multiple.
    Che poi sarebbe anche comodo, una la usi per parlare in italiano, un’altra per l’inglese…

  5. anche io me la immaginavo alta e grande e mora…quando l’ho vista non riuscivo a capire come un’anima così complessa e “grande” riuscisse a stare dentro una figuretta esile esile, come non esplodesse fuori…poi ho capito quando l’ho vista disegnare ❤
    Ombrella sei una sorpresa continua e l'abbraccio che mi hai dato a Torino quando sono andata via è una cosa che non dimenticherò facilmente :*

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