Quattro.

Sono passati quattro anni da quel giorno in cui mettevo il piede in quel tunnel lunghissimo senza apparente via d’uscita.
Il vortice del nulla mi risucchiava, si mangiava ogni straccio di emozione rimasta. Le raschiava dalle pareti interne del mio corpo e lasciava che il vuoto riempisse ogni anfratto.
Quattro anni da quella sera, quando il silenzio era così stridente da far male alle orecchie.


Non sono più quell’Alice smarrita ad inseguire un bianconiglio irriverente.
Ci sono ancora tante paure e ancor più insicurezze, ma io non tornerò laggiù all’inferno. Perché me lo sono promessa e lo devo a me stessa.

Ho fatto scelte difficili e importanti.
Ho afferrato quel mazzo di palloncini e ho voluto volare.
Costruire.
Rischiare.
Soffrire ma anche sorridere tanto.

Ho imparato a volermi bene, ho iniziato ad avere rispetto per la mia persona.

E se, comunque, ci sono momenti difficili e di grande sconforto cerco sempre di ricordare com’è avere un overdose di vuoto cosmico. E lo evito, con tutte le mie forze.
Perché è vero che è grazie a quel vuoto che sono quella che sono oggi,
ma non voglio più perdermi così tanto.

Non abbiamo un tempo infinito su questa terra e io ho un sacco di cose da fare per perderlo a giocare con il vuoto.

Grazie a te che, quattro anni fa, mi hai insegnato tutto quello che non voglio essere mai.
Grazie di avermi resa più forte e grazie per essertene andata a fanculo quando ti ci ho mandato.

Buona vita a me.

 

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