away. two way.

Mi sono sempre detta che fare due valigie era completamente da pazzi.

Rifletto guardando le due valigie aperte sul pavimento.

Una piena di maglioni, una con maglie leggere.
Il paradosso.
Il bianco e il nero.
Io, un eterno controsenso. Un equilibrista squilibrata (sì lo ripeto sempre, è che proprio mi piace).

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In realtà fare due valigie è sempre stato anche il mio sogno.

Sogno, incubo.
Odio, Amore.
Bianco, Nero.

Stessa cosa.
C’è una linea così sottile fra inferno e paradiso che spesso si tende a fonderli e confonderli.
Il bene e il male come due metà della stessa mela, se c’è uno c’è anche l’altro.

Guardo una pila di piatti sul lavello e mi chiedo perchè siano così tanti se da 4 giorni mangio la stessa cosa.
Guarda una pila di piatti vuoti. Puliti.
Mi chiedo perché sia così importante accarezzarsi le ossa di notte, quando a volte dovremmo solo accarezzarci il cuore. Volerci bene.
Parto per Londra lunedì, non ci sono mai stata. E’ sempre stata fra le mie mete ma forse non è mai stata una priorità. Forse aspettavo una bionda che fa Londra di secondo nome ormai, per quanto la ama.
Forse avevo bisogno di aspettare qualcuno che l’amasse per poterla vedere anche negli angoli.

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Poi vado a Catania.
Vado a Catania a farmi riattaccare due cocci. Anzi a riattaccarceli insieme. Io e lei che dobbiamo ricominciare. Da e con quel sorriso che mi ha regalato durante quella pasquetta che ci siamo promesse di ricordarcela fra 78 anni quando saremo completamente sorde e bruceremo cupcake perché non sentiremo il timer del forno.

Dicono “Aprile dolce dormire”, ma io non dormo più di 5-6 ore a notte. Ho programmato i giorni di Aprile. Tutti quanti.
Vorrei poter programmare i giorni di ogni mese così, aspettando di partire.
Facendo crocette immaginarie su calendari sospesi per aria.
C’è un’altra persona che vorrei riabbracciare presto. Vorrei programmarlo adesso, anche se fosse fra 200 milioni di giorni, così almeno saprei quanti ne devo contare.
Li vedrei diminuire, un giorno dopo l’altro.

Vorrà dire che programmerò di aspettare. Aspettare e partire.

Perché ogni volta che parto è sicuro che ritrovo un pezzetto di me. Almeno fino a quando lo perdo di nuovo.
E quando lo riperdo,

riparto.

11 pensieri su “away. two way.

    • giuro che il mio cervello ha letto questo a veloce lettura iniziale del commento:

      Sono così esaurita che devo ricordare a me stessa quanto tu sia esaurita.
      Che lo sei, oh, se lo sei.

      ho ridacchiato, poi ho riletto e l’ho letto bene. e.

      ❤ ___ ❤

      ecco.

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