Taormina e l’omino dei lampioni

Quando si arriva a Taormina si inciampa volenti o nolenti nell’isola bella.
Un’isola che è oggettivamente bella. E’ bella. E’ riserva naturale WWF e purtroppo luogo un po’ inflazionato e ancora a settembre ci sono abbastanza turisti a rompere le scatole. Ma è bella. E’ bella anche se da piccola sei scivolata su uno dei suoi scogli e ti sei fatta malissimo. E’ bella lo stesso.


Con la barca, dall’isola bella, si può andare a vedere la grotta azzurra. Ogni posto ha la sua. Ogni località balneare ha una grotta azzurra. Fatto sta che io a vederla ci sono andata, ed è davvero stupefacente l’effetto che fa. Il barcaiolo (un folle che ci ha pure fatto guidare la barca) ci ha detto che era la grotta di Batman, perchè era piena di pipistrelli. Il mare là sotto è così azzurro da far paura e ti rendi conto che anche se il nome di grotta azzurra è così banale, non si potrebbe chiamarla altrimenti.
Ma se c’è un luogo che mi parla della Sicilia, un luogo senza tempo, senza spazio e senza inflazione. E’ il teatro. Il teatro di Taormina. Ogni volta pesto i piedi come una bambina capricciosa perchè sento l’esigenza di entrarci, nonostante ogni volta mi si sbuffi contro dicendo “ancoraaaaa?! ma è sempre quelloooo”. No.

E’ sempre diversa l’atmosfera che si respira. E’ sempre magica al punto giusto.
Una finestra sul mondo. Una finestra sul passato, sul futuro, sul presente. Una finestra che si affaccia dentro di te e gelosamente spii. Come fosse il buco di una serratura.
Una finestra semplicemente sul mare.
Taormina è la città dei balconi. Di quei balconi che ti affacci al contrario. Quelli che ti affacci camminando con il naso all’insù.

E poi eccolo là. Il balcone più bello di tutti. Il belvedere. Che non c’è nome così banale come belvedere ( a parte isola bella, che abbiamo capito essere il tripudio della banalità dei nomi). Ma ti affacci ed è così bello che vorresti quasi svenire.
La signora fuma, affacciata sul mare.
E sembra quasi il personaggio di una favola. Una vecchia signora che fuma e borbotta, ma che nasconde un cuore tenero. Si cerca il lieto fine. Come in una storia di pirati, ci sono galeoni illuminati, cielo viola sfumato di rosa, mare ridotto ad una chiazza di un azzurro calmo come una bolla d’olio. Liscio. Fermo.
C’è solo una cosa che si muove frenetica. Il tuo cuore. Il cuore di te che guardi il galeone come fosse un insieme di candele che l’aria fresca non spegne. Il cuore e la mente di te che guardi e immagini i pirati su quel galeone. Chiudi un occhio e spii nell’oblò, il capitano e il suo pappagallo parlante chiaccherano con il mozzo. Non ti vedono. Sei solo uno spettatore sparato da un cannone dentro una favola.
Da una favola a un’altra. Alzi lo sguardo, lo abbassi. E lo rialzi.
E’ mamma che ti racconta quando era piccola e con i suoi genitori vivevano lì. Apre una scatola di ricordi. Di quando nonna e nonno avevano una casetta a Taormina. Di quando nonno lavorava in Sicilia all’ENEL e lì ha conosciuto nonna. Si sono sposati. E anche mamma ha vissuto lì qualche anno, fra quei balconi.
La vedi che mentre racconta osserva i lampioni. Perchè a Taormina ci sono due tipi di lampioni.

I lampioni nuovi e i lampioni vecchi. Li vedi quelli là che sono più antichi? Quelli più in alto. Quelli più belli.
Li indica e per un attimo i suoi occhi brillano come quelli di una bambina. Come la bambina di cui racconta, che correva in quella piazza. Sotto quei balconi. Sotto quei lampioni.

Sai, mi dice, quei lampioni più vecchi e più belli li ha messi sicuramente il nonno. E sorride, mamma.

E sorrido anche io mentre sento un brilluccichio negli occhi. Sono come i suoi. Sorrido perchè il momento più bello che ho passato con il mio nonno, l’ho passato in Sicilia. In un giardino a raccogliere arance e limoni. Solo io e lui e il profumo degli agrumi.

Ora ho capito chi è mio nonno. E dov’è ora.

Nonno è lassù, ad accendere stelle come fossero i lampioni vecchi di Taormina.

4 pensieri su “Taormina e l’omino dei lampioni

  1. Ogni volta che vivo le tue esperienze è meraviglioso respirare gli attimi della tua vita. Taormina, il mare, il cielo, l’archeologia sono dei segni indelebili tracciati sulla tua anima. Indelebili proprio come quelle luci nel cielo, che vengono accese da chi ci ha regalato i più bei profumi, sapori e momenti della nostra vita. Siamo polvere di stelle. Mi piace vivere, come ben sai, della magia che trasmettono i monumenti archeologici, sono testimoni di un passato ostinato che non vuole finire e che affascina col suo mistero. Voci, suoni, colori, che agli occhi dei più sono fantasmi invisibili si lasciano percepire da chi sa andare oltre il tangibile e i segni del tempo e percepire quella dolce e arcana trama di corrispondenze che sembra rivelare il segreto del mondo. Proprio in questi attimi ti rendi conto di quanto siamo immensi, di quanto sia stupendo condividere queste esperienze che parlano di infinito con le persone che conoscono a perfezione il tuo cuore…

    **

  2. è bellissimo rileggere i tuoi post. non ci si stanca mai.
    non sono mai stata in sicilia ed con questi tuoi racconti e con queste tue foto, poesie, me ne innamoro sempre un po’ di più.
    spero di andarci presto, nel frattempo continuo a sognare grazie a te.
    blablabla grazie 🙂

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