Oggi. Di un anno fa

L’oggi di un anno fa me lo ricordo bene. Una giornata brutta quanto surreale.
Ieri di un anno fa era una sera qualunque fino a che i muri hanno iniziato a urlare e io chiusa in un silenzio di ghiaccio ho pianto.
Poi l’oggi di un anno fa ti ho trasformato in pietra colorata e ti ho messo nella tasca interna della giacca. A volte un maglione non abbastanza grosso lascia trapassare un brivido freddo quando, camminando, pietra sbatti contro il cuore. Il vuoto sulla libreria non è mai stato colmato anche se i libri nuovi sono tanti, forse troppi e ancora non letti. Non c’è più il profumo di crostata nell’aria ma ce l’hai lasciato dentro. Come una ricetta segreta scritta a matita su un foglietto stropicciato e riposta in uno scrigno intagliato.
Sono più veloce, sai, ad arrotolare la pasta lunga ma sono comunque sempre l’ultima perchè te la voglio regalare ancora la soddisfazione di guardarmi mentre mangio la tua fatica e il tuo lavoro. E tu in qualche modo il tuo sorriso compiaciuto me lo regali ancora. perchè non siamo ne qua ne là. Siamo in quel tunnel lungo lungo dove siamo entrati un anno fa. La tana del bianconiglio. Il fondo ancora non l’abbiamo trovato, ma gli occhi si sono abituati un po’ al buio. Oggi di un anno fa stringevo un nastrino arancione e chiedevo permesso ad una macchina parcheggiata. Oggi di un anno fa non sono entrata in nessuna camera mortuaria, ma nella tua cucina. La pentola era come sempre sul fuoco e tu non c’eri. Ho alzato il coperchio e ho girato il sugo come mi hai chiesto di fare quel giorno, quando troppo stanca non avevi voglia di farlo tu.
Mi hai guidato come una luce nel buio e io ho mescolato.
Non era solo cibo. Erano storie condite di insegnamenti e segreti. Affetto in dosi massicce, amore e quel pizzico abbondante di faccia tosta che tu potevi avere. La stessa faccia tosta compiaciuta che ci ha sempre creduto che io ce l’avrei fatta.
La stessa faccia tosta che mi ha detto un ciao troppo stanco per essere l’ultimo. La stessa faccia tosta che aveva quel fantoccio che ti somigliava, oggi di un anno fa, addormentato. Era solo il tuo corpo come terra dentro un vaso mentre tu eri già diventato uno splendido girasole che profuma di crostata.

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10 pensieri su “Oggi. Di un anno fa

  1. Hai fatto bene a dirmi di leggerlo, poi, tesori. Ieri è stata una giornata dura, oggi non è migliore. Eravamo le sue nipotine, mi si riempiva il cuore ogni volta che prendeva il suo fedelissimo cellulare, ti telefonava e non appena rispondevi ti diceva “amore mio”.
    Non riesco ad abituarmi all’assenza: la vedo ovunque, come te in cucina, sulla sua sedia davanti alla TV, accanto a me mentre suono, sul terrazzo a curare i suoi fiori. Era la zia che tutti ci invidiavano. La adoravamo anche per la sua ironia, per le sue espressioni fantasticamente eloquenti, per la sua determinazione. Era il mio punto di riferimento, come te una stella polare, un rifugio sicuro in un orizzonte vuoto. Tutto quello che lei è stata ci è stato portato via improvvisamente come un soffio di vento priva l’albero della sua ultima foglia. E così è iniziato l’inverno dentro me, dentro noi! Quel gelo che puoi e che sai sciogliere solo tu. Il suo salire in cielo improvviso, ci ha lasciato la sospensione delle cose non dette, il rimpianto dell’ultima volta.
    Quella telefonata, quella brutta, surreale telefonata ha fatto crescere nel cuore una foresta di rovi. Rabbia contro dottori incompetenti, voglia di giustizia. Tutto questo rancore viene spazzato via dalla luce che emanava quando era in preghiera, ora sono sicura che è in pace, ha il suo posto lì, non so dove, ma un posto sicuramente privilegiato, perché quando è venuta nei miei sogni, come ben sai, era bella, radiosa e sorridente. Sono orgogliosa ed ho le lacrime agli occhi nel ricordare quell’attimo, quando ancora non si prevedeva l’inevitabile, in cui mi ha abbracciata e mi ha detto con tanto calore:- sei tutta la mia vita!-

    E’ sempre con noi!

    Ti adoro, stellina!

    Tua,

    A.

  2. EHi ma tu! Che diosolosa quanto vorrei avere sempre tanto tempo come una volta. Passare la giornata a girovagare sperando di leggere meraviglie del genere. Eppure sul tuo blog non c’ero mai passata. Ti chiedo scusa. Per quanto distratta sono. Ma ti sorrido perchè, anche senza tempo, oggi un istante per leggere il tuo cuore l’ho trovato.
    Un bel regalo per me.
    Ciao tesoro.

    • Passa quando vuoi ale 🙂 qua la porta è sempre aperta e di scuse non c’è bisogno.
      Scrivo poco, sono incostante e sempre di corsa anche io. Grazie di essere passata ma soprattutto grazie del sorriso 🙂
      I sorrisi son sempre bellissimi regali, sì.
      Abbraccio

  3. Leggo e mi chiedo come il casomi ha portata qui proprio in questo giorno. Tu parli di un anno fa. Il mio cuoricino è fermo ad un mese fa. E tutto sembra essere fermo.Ancora irreale. Già. Si è sgretolata una montagna.E ancora fatico a ricostruire il vuoto che mio nonno ha lasciato. Certe persone agli occhi di chi le ama soo immortali. Lo sono per davvero nei cuori e attraverso i ricordi. Innumerevoli.
    Ti abbraccio.

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